E i cinghiali non cercano le tane delle scrofe? i lupi non si mescolano con le lupe? Insomma tra gli uccelli che volano per aria, tra i pesci che abitano nelle acque, tra quanti animali sono su la terra, il maschio non appetisce il maschio, e rimangono saldi i decreti della Provvidenza. E voi, che a torto siete tenuti ragionevoli, vere bestie malvage, voi, o uomini, per qual novella frenesia violando ogni legge, vi oltraggiate così tra voi? che cecità v’ingombra la mente, che fuggite ciò che dovreste seguire, e seguite ciò che dovreste fuggire? E se tutti quanti volessero tener questo modo sarebbe finito il mondo. Ma qui vengono in mezzo i socratici con loro speciosi ragionamenti, che possono infinocchiare i fanciulli cui manca il giudizio intero, non persuadere chi ha senno d’uom maturo. Fingono un amore di anima, e vergognandosi di amare la leggiadria del corpo, dicono che sono amatori di virtù. Onde spesso mi viene a riderne. E come dunque, o venerandi filosofi, una virtù che ha dato pruova di sè per lunghi anni, e che è attestata dalla canizie e dalla vecchiezza, vi trova tanto freddi, mentre tutto il vostro amore sapiente s’accende per un fanciullo, che non ha ancora giudizio per discernere a che deve applicarsi? O forse è legge, che ogni bruttezza dev’essere giudicata malvagità, ed ogni leggiadria bontà? Eppure, secondo Omero gran maestro di verità,
All’aspetto uno pare un uom meschino,
Ma un dio l’ornò di bel parlare: tuttiCon diletto lo mirano, mentr’egli
Sicuro parlamenta con soave
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Provvidenza Omero
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