Placidezza e grandezza in adunanza.
Se per le vie della città cammina,
Tutti, come in un dio, guardano in lui.
ed in altro luogo ei dice:
Ma tu come l’aspetto il cuor non hai.
E più del bel Nirco è lodato il saggio Ulisse. Come adunque la prudenza, la giustizia, e le altre virtù che sogliono trovarsi in uom maturo, non destano in voi alcun amore; e poi la leggiadria nei fanciulli vi fa tanta passione? Dunque, o Platone, si doveva amar Fedro perche tradì Lisia? conveniva amare Alcibiade per le statue degli dei che egli mutilò, per i misteri d’Eleusi che ei svertò nella gozzoviglia? Oh, chi non amerà uno che tradisce Atene, munisce Decelia, mira alla tirannide? Finchè, dice il divino Platone, ei non messe barba, era amato da tutti, ma poi che di garzone diventò uomo, nell’età in cui la ragione acquistò pieno discernimento, era da tutti odiato. Che voglio conchiudere? Che questi amatori di garzoni più che di sapienza, dando a turpi affetti onesti nomi, chiamano virtù di anima la formosità del corpo. E basti questo di loro, acciocchè non paia che io per mal animo parli di uomini sì celebrati. Or da queste serie considerazioni discendendo un po’ al vostro piacere, o Callicratide, io ti dimostrerò che l’usare con donne è molto migliore che l’usar con garzoni. E primamente io credo che ogni godimento è più dolce, se più è durevole; chè piacere acuto appena tocca, e prima che te ne accorgi, passa: il diletto è maggiore se più prolungato. Ed oh! se l’avara Parca ci avesse destinato più lungo spazio a vivere, e questo in continua buona salute, e senza quegli affanni che rodono l’anima, la vita saria por noi una festa, una contentezza.
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