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      Dipoi le fiorate pianelline stringono tanto i piedi che la carne n’esce fuori; e la veste di tenuissimo tessuto è per un vedere, per non parere di andar nude; ma sotto di essa ogni parte si scorge meglio della faccia, salvo le mammelle bruttamente cascanti, che portano sempre fasciate. Che dirò poi degli altri loro capricci che costano anche di più? alle orecchie perle di molti talenti; ai polsi ed alle braccia serpenti d’oro, che dovrebbero esser vivi e non d’oro: intorno al capo una corona tempestata di gemme d’India; preziose collane scendono dal collo: e giù sino ai piedi discende il povero oro, un’armilla stringe quanta parte della caviglia resta nuda. Oh, lì ci vorrebbe una catena di ferro che stringesse la gamba. E poichè tutta la persona, come per arte d’incantesimo, è abbellita di falsa ed ingannevole leggiadria, imbellettano quelle guance che sono senza rossore, per mettere un po’ d’incarnato su la pelle scialba e floscia. E quando si sono così parate, quale è la loro occupazione? Escono tosto di casa; ed ogni iddia, di cui si celebra la festa, è una maladizione pe’ mariti: i poveri uomini non ne conoscono neppure i nomi, le Coliadi, per esempio, le Genetillidi, e la dea Frigia, e l’amoroso tribolo sul pastore;(89) feste arcane, sospetti misteri senza uomini, e (perchè bisogna nascondere qualche cosa) corruzione dell’anima. Quando si sono sbrigate dalla festa, in casa è pronto il bagno che dura un pezzo, e poi la mensa riccamente fornita; ma innanzi agli uomini s’hanno a fare mille smorfie.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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