Ma bisogna amare i garzoni, come Socrate amò Alcibiade, il quale dormì con lui sotto la stessa clamide, come suole figliuolo con padre. Ed io infine del mio discorso vo’ ripetere quel consiglio che Callimaco dà a tutti.
Voi che ai fanciulli avete gli occhi ghiotti,
Se li amaste così come vi diceL’Erchio d’amarli, la città di prodi
E valenti garzoni fiorirebbe.(90)
Con questa intenzione, o giovani, accostatevi modestamente ai buoni fanciulli, e non barattando per un breve diletto una lunga benevolenza, sino alla virilità non nascondete libidini sotto falsa amicizia; ma adorando l’Amore celeste, serbate dalla fanciullezza sino alla vecchiaia puri e saldi i vostri affetti. Quelli che amano così menano piacevolissimamente il tempo della vita loro, di nessuna disonestà la coscienza li rimorde, e dopo la morte vanno celebrati nel mondo. E se si deve credere ai filosofi, quelli che vivono così amando, dalla terra volano nell’etere; ed in una vita migliore, poi che sono usciti di questa, hanno il premio della virtù, l’immortalità.
Poi che Callicratide disse queste cose con certa giovanile baldanza, Caricle voleva replicare, ma io lo tenni, chè già l’ora era tarda, e dovevam tornare alla nave. Mi pregarono che io dovessi manifestare il mio parere, ed io bilanciato un po’ l’un discorso e l’altro, dissi: I vostri discorsi, o amici miei, non mi paiono improvvisi e a caso; ma vedo chiaro che furono lungamente pensati e profondamente meditati; perchè di quanto ci si potria dire non avete lasciato niente; ed avete mostrata molta conoscenza dell’argomento, e maggiore efficacia di ragionare.
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