E quando con quella bella voce ella canta, specialmente su la cetra, allora sì, allora debbono tacere gli alcioni, le cicale, e i cigni, che a petto a lei non sanno cantare; e se mi nomini la figliuola di Pandione, anch'ella è rozza e senz'arte, benchè mandi voce sì melodiosa. Orfeo ed Anfione che tanto allettavano chi li udiva, e tiravano col canto anche le cose inanimate, se udissero costei, forse lascerebbono la cetra, e rimarrebbero taciti ad ascoltarla. Chè veramente quel serbare armonia perfettissima, da non uscir punto del ritmo, ma opportunamente coi tuoni acuti e coi bassi variare il canto, quell'accordo del canto alla cetra; quell'andare ad un tempo la lingua ed il plettro;(99) quella facilità di dita; quella pieghevolezza di membra, come mai poteva averlo quel trace, e quell'altro che mentre pasceva i buoi sul Citerone si spassava a sonare la cetra? Onde se mai, o Licino, tu l'udirai cantare, sentirai non pure l'effetto che fanno le Gorgoni, di uomo divenendo pietra, ma conoscerai ancora quello che facevano le Sirene, rimarrai come incantato, dimentico della patria e della famiglia: e se turerai con cera le orecchie, anche per la cera passerà il canto. Ti pare di udire una Tersicore, una Melpomene, o la stessa Calliope che con la sua arte ti dà infiniti e vari diletti. In una parola immagina di udire un tal canto, quale si conviene che esca di quei labbri e di quei denti. Tu l'hai veduta: ora immagina ancora di averla udita. Il suo favellare terso, e schiettamente giono, la sua piacevolezza nel conversare, i motti e le grazie attiche di cui è ricca non debbono far maraviglia: perche l'è cosa che le vien dalla patria e dai suoi maggiori, essendo ella di colonia ateniese.
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