(100) Nè mi maraviglio se ella è molto vaga e pratica di poesie, essendo cittadina d'Omero. Eccoti, o Licino, una sola immagine della bella voce e del canto di costei, come io ho saputo ritrartela alla meglio. Or mira anche le altre immagini; chè io non voglio, come te, comporne una di molte (chè questa non è gran cosa anche in pittura, di molte e varie bellezze formare una sola, multiforme e diversa); ma tutte le virtù dell'anima saranno dipinte ciascuna in una immagine che ritragga l'originale.
Licino. Tu m'inviti a festa ed a nozze, o Polistrato, e mi pare che davvero mi vuoi dar misura colma per rasa. Colmala adunque, che non mi potresti far cosa più grata.
Polistrato. Dunque giacchè innanzi a tutti i begli studi debbono andare le lettere, specialmente quelle che esercitano la memoria e l'intelligenza, formiamo questa immagine varia e multiforme, per dipingere un po' anche secondo la tua maniera. Sia dunque così dipinta che abbia tutti i beni di Elicona, che sappia non come Clio, o Polinnia, o Calliope, o le altre muse, ciascuna delle quali sa una sola arte, ma tutte, e quelle ancora di Mercurio e di Apollo. Chè quanto i poeti dissero ornatamente in versi, o gli oratori in maschie prose, quanto gli storici narrarono, e i filosofi consigliarono, tutto adorni questa immagine; e la colorisca non pure di fuori, ma la penetri a dentro, sì che sia imbevuta e sazia di colore. E qui mi scusi il non potere mostrare nessun antico modello di questa pittura: perchè non v'è memoria di tante lettere fra gli antichi.
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