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      Dipingi le altre.
      Polistrato. Dipingerò quella(104) della sua bontà ed umanità, la quale faccia vedere l'indole sua dolce e pietosa dei miseri. Rassomigli ella adunque a quella Teano che fu moglie di Antenore, e ad Arete, e alla costei figliuola Nausicaa, e a quante donne in alto stato usarono saggiamente della fortuna. Dopo di questa si dipinga l'immagine della sua modestia, e dell'amore che porta al suo compagno, e sia simile alla figliuola d'Icario, a Penelope modesta e saggia, dipinta da Omero; o alla moglie di Abradate, che ebbe lo stesso nome, e cui testè ho ricordato.
      Licino. E quest'altra è bellissima, o Licino. Forse già sono finite le immagini, chè hai spiegata tutta l'anima, lodandone ciascuna parte.
      Polistrato. Non tutta: chè ancora manca la lode più grande, cioè che essendo ella in tanta altezza, non si veste di superbia, non si leva sopra l'umana condizione fidando nella fortuna, ma è sempre eguale a sè stessa; non mai una scortesia o uno sgarbo, conversa alla civile ed alla pari, fa accoglienze e saluti gentili; cose che tanto più piacciono, in quanto vengono da persona più grande, e che non vi mette alcuna boria. E così quelli che usano della potenza non per dispregiare ma per beneficare gli altri, paiono degnissimi dei beni che hanno da fortuna. Questi soli sfuggono meritamente l'invidia: perchè nessuno invidia ad un grande, che serba moderanza nella sua grandezza, e non cammina, come l'Ate d'Omero, sopra le teste degli uomini, nè calpesta chi sta sotto. Questo fanno gli uomini di piccola levatura non avvezzi alla fortuna; i quali, quando la fortuna inaspettatamente subito gl'inalza sovra il suo alato e sublime cocchio, non rimangono più quelli che erano, non riguardano in giù, ma si sforzano sempre di montare più alto.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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