Licino. Questo tocca a te, o Polistrato, come rappresentar bene la parte tua: io per me t'ho dato il dramma, e subito mi ritiro: quando il banditore pubblicherà il voto dei giudici, allora mi presenterò anch'io per vedere quale sarà il fine di questa contesa.
Correzioni apportate nell’edizione elettronica Manuzio:
Licino. Questo tocca a te, o Licino, = Licino. Questo tocca a te, o Polistrato,
XL.
TOSSARI,
oL’AMICIZIA.
Mnesippo e Tossari.
Mnesippo. Che dici, o Tossari? voi Sciti sacrificate ad Oreste e Pilade, e credete che sono dei?
Tossari. Sacrifichiamo, o Mnesippo, sacrifichiamo, e non crediamo che sono dei, ma uomini prodi.
Mnesippo. È uso forse tra voi di sacrificare anche ai prodi uomini defunti, come fossero dei?
Tossari. Sì, e li onoriamo ancora con feste e pubbliche laudazioni.
Mnesippo. E che n’aspettate? Certo non isperate benevolenza da essi, che son morti.
Tossari. Pure non saria male che anche i morti ci fossero benevoli: ma noi crediamo di far pro ai vivi ricordando e onorando i prodi che son morti; perchè stimiamo che così molti fra noi vorranno divenir simili a quelli.
Mnesippo. Per questo pensate bene. Ma che cosa ammirate voi in Oreste e Pilade, che avete indiati due forestieri, e, quel che più è, vostri nemici? I quali gettati da una tempesta su i vostri lidi, fatti prigioni dagli Sciti d’allora che li volevano sacrificare a Diana, assaltano i custodi, sbaragliano le guardie, uccidono il re, e presa la sacerdotessa, anzi rapita la stessa Diana, sciolgono la nave e partono, ridendosi di tutti gli Sciti.
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