Dentro stava seduta una vecchia, e un gran fuoco ardeva. Essi tutte quelle robe che noi avevamo portate ripongono dentro: poi voltisi alla vecchia: Perchè ti stai lì seduta, dissero, — e non ci apparecchi da cena? — Tutto è pronto, ella rispose, molti pani, caratelli di vino vecchio, e v’ho preparato carne di salvaggiume. — Brava la vecchia, dissero; e spogliatisi si ungevano vicino al fuoco: ed essendovi acqua calda in un caldaio, ne cavavano e se ne versavano sopra, specie di bagno molto sbrigativo. Indi a poco vennero molti giovanotti portanti assai robe, ori, argenti, vestimenta, molti ornamenti da donna, e da uomo. Questi facevano comunella con gli altri; e poi che riposero ogni cosa, si lavarono allo stesso modo. Appresso a questo venne la cena che fu abbondante, e i discorsi molti in sul bere di quegli assassini. La vecchia diede l’orzo a me ed al cavallo, il quale se lo sgranava in fretta temendo naturalmente il compagno alla mangiatoia; ma io come vedevo la vecchia uscire, mangiavo dei pani che erano lì riposti. Il giorno dopo rimasta la vecchia, ed un solo giovanotto, gli altri tutti quanti uscirono ad opera. Io poi mi struggevo per la mia mala sorte, e per la guardia che era attenta. La vecchia era niente per me, potevo bene fuggirle dagli occhi; ma il giovane era gagliardo, e con una guardatura bieca, e portava sempre la daga a fianco; e serrava sempre la porta.
Dopo tre dì quasi su la mezza notte tornano i ladri portando non oro, nè argento, nè altro, ma una donzelletta assai bella, piangente, con la veste lacera e i capelli scarmigliati.
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