Te ne devi ricordare.
Mercurio. Non l’ho bene a mente; ma pure tenterò.
Nessuna delle iddie, nessuno iddio,
E nessun fiume figlio dell’Oceano
Lungi si stia, nessuna delle ninfe;
Ma venite di Giove al parlamentoVoi tutti che alle splendide ecatombe
La vostra parte vi godete, e voiChe o piccoli, o mezzani, o senza nome
Presso le affumicate are sedete.
Giove. Bravo, o Mercurio: cotesta è grida come va; ed eccoli che accorrono. Fa’ che seggano secondo sua dignità ciascuno, secondo la materia o l’arte onde è fatto; nei primi posti quelli d’oro, poi quelli di argento, e di mano in mano quelli d’avorio, di bronzo, di marmo; e tra questi quanti sono fatti da Fidia, da Alcamene, da Mirone, da Eufranore, o da cotale altro artefice, sieno preferiti: la minutaglia poi, poveri e malfatti, sieno tutti stivati in qualche canto, che ei debbono tacere e far folla solamente.
Mercurio. Sarai ubbidito: ognuno avrà il seggio che gli spetta. Ma toglimi un dubbio: uno di quelli d’oro, che pesi molti talenti, ma sia fatto senz’arte, senza nessun garbo, e senza proporzione, dovrà sedere innanzi a quelli di bronzo fatti da Mirone e da Policleto, o di marmo fatti da Fidia o da Alcamene? o pure si deve pregiare più l’arte?
Giove. Si dovria, come tu di’: ma pure l’oro è più da pregiare.
Mercurio. Capisco: vuoi che seggano secondo ricchezza, non secondo nobiltà; prezzo, non arte. Pigliate dunque i primi posti voi altri d’oro. Pare, o Giove, che i barbari occuperanno essi soli i primi seggi: chè i Greci ve’ come sono, graziosi, di bell’aspetto, di fina arte, ma di marmo tutti e di bronzo, e i più ricchi d’avorio, con un po’ di sfoglia d’oro quanto pur li ricopra e li faccia risplendere: di dentro poi sono di legno, ed hanno le nidiate di topi.
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Oceano Giove Mercurio Fidia Alcamene Mirone Eufranore Mirone Policleto Fidia Alcamene Giove Greci
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