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      Se tu mi promettessi di tener la lingua, i’ ti direi il perchè e il come io posso così parlare.
      Micillo. Oh, non è sogno questo, che il gallo parla così con me? Deh, per Mercurio, dimmi, o gallo mio, come e perchè tu parli. Sta’ certo ch’io terrò il segreto, e nol dirò a nessuno: chè chi mi vorria credere s’io dicessi che ho udito parlare un gallo?
      Il gallo. Ascolta dunque, o Micillo: io ti dirò cosa, che so ti parrà molto strana. Questi che ora ti comparisce gallo, una volta era uomo.
      Micillo. Mi contarono un tempo certa storia intorno a voi: come Galletto era un giovane tanto amico di Marte, che mangiavano, beevano e bordellavano insieme. Quando Marte andava a sollazzarsi con Venere, menava seco Galletto: e perchè egli temeva che il Sole non lo vedesse e non andasse a dir tutto a Vulcano, egli lasciava il giovane fuori la porta, per avvertirlo quando si levava il Sole. Una volta Galletto s’addormentò, e sventuratamente non fece la guardia, e il Sole fu sopra a Venere e Marte che spensierati dormivano, credendo che Galletto li avvertirebbe se venisse qualcuno: e così Vulcano, saputo il caso dal Sole, li prese avvolgendoli in una rete già preparata contro di essi. Marte come fu disciolto, sdegnato contro Galletto, lo tramutò in gallo con tutte le armi; e così invece dell’elmo voi avete la cresta sul capo. E però voi altri per iscusarvi con Marte, sebben senza pro, come sentite che il Sole sta per levarsi, vi mettete a cantare molto prima, annunziando che ei sorge.
      Il gallo. Sì, contano cotesto, o Micillo: ma il caso mio è altro: io da poco sono stato trasformato in gallo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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