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      E se il paragone tra gli uomini e le formiche ti par troppo piccolo, cerca le antiche favole de’ Tessali, e troverai che i Mirmidoni, gente bellicosissima, di formiche diventarono uomini. Ma poichè fui sazio di vedere e di ridere, scossi l’ale, e dirizzai il voloA la magione dell’Egioco Giove
      E degli altri immortali.
      Non m’era levato uno stadio, e la Luna, con una vocina di donna: O Menippo, disse, fa’ buon viaggio, e portami un’ambasciata a Giove. Di’ pure, risposi, un’ambasciata non pesa a portarla. L’ambasciata è facile, disse, è una preghiera che da parte mia presenterai a Giove. Io sono stucca, o Menippo, di udire i filosofi che ne dicon tante e poi tante di me, e non hanno altro pensiero che d’impacciarsi de’ fatti miei, chi son io, e quanto son grande, e perchè ora sono scema ed ora son piena: chi dice che sono abitata, e chi che son come uno specchio pendente sul mare, ed ogni sciocchezza che pensano l’appiccano a me. Han detto finanche che questa luce non è mia, ma è roba rubata, e me l’ho presa dal Sole; e non la finiscono, e per questo mi faran bisticciare e venire alle brutte con mio fratello; non essendo contenti di sparlare del Sole, che è una pietra, e una palla di ferro rovente. Eppure io so molti dei fatti loro, e quante vergogne e sporcizie fanno la notte questi che il giorno paion santoni all’aspetto ed alle vesti, e gittano la polvere agli occhi degl’ignoranti. Io vedo tutto, e taccio, perchè credo che non mi conviene a me illuminare le loro tresche notturne, e svelar quasi su la scena i fatti di ciascun di loro: anzi se ne vedo qualcuno che commette adulterio, o furto, o altra ribalderia che vuole il più fitto buio, io subito prendo una nuvola e me ne ricopro, per non mostrare agli uomini questi vecchi che svergognano la barba e la virtù. Eppure non la voglion finire, e parlan sempre male di me, e mi dicono ogni maniera d’ingiurie.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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