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      Costei presentando tali allettamenti agli sciocchi, e spaurendoli con l’immagine delle fatiche, ne attira molti a sè: tra i quali questo misero, al quale ella persuase di rompere il freno mio: ed aspettò che egli fosse ammalato, perchè sano egli non avrebbe mai ascoltate le sue parole. Ma a che mi sdegno io contro di costei, che non risparmia neppure gl’Iddii, e li calunnia, e spaccia che non si curano di nulla? Se voi siete saggi, voi la punirete ancora della sua empietà. Ho udito che ella non è preparata a parlare, e ha menato seco Epicuro per avvocato: tanto ella insulta a questo tribunale. Ma dimandatele voi che sarebber divenuti Ercole ed il nostro Teseo, se avesser seguito il piacere e fuggito le fatiche? Senza le fatiche loro la terra sarebbe ancor piena d’ingiustizia. Vi dico questo perchè non amo far lunghi discorsi: e se essa vorrà rispondere un po’ a certe mie dimande, tosto vedrete la nullezza sua. Voi ricordatevi del vostro giuramento, date il voto secondo coscienza, e non credete ad Epicuro quando vi dice che gli Dei non riguardano punto a quello che noi facciamo.
      Mercurio. Ritirati. O Epicuro, parla per la Voluttà.
      Epicuro. Poche parole io vi dirò, o giudici; che non ho mestieri di molte. Se con malie ed incantesimi la Voluttà avesse sforzato Dionisio ad allontanarsi dalla Stoa, la quale lo dice suo amante, ed a guardare in faccia lei, ragionevolmente dovria parere una fattucchiera, ed essere punita chè va affatturando gl’innamorati altrui. Ma se un uomo libero in una libera città, senza alcuna offesa delle leggi, disgustato della spiacevolezza di costei, e persuaso che sia una stoltezza la felicità che viene dopo tante fatiche, si sviluppa e fugge da quegl’inestricabili laberinti di parole; se uno affannato corre alla Voluttà, e come chi ha spezzate le catene ei spezza i lacci de’ sillogismi, e pensando con un po’ di senno d’uomo si persuade che il dolore sia un male, come è veramente, e che il piacere sia un bene; si dovrà ributtarlo?


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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