(96) Il Gesnero a questo luogo cita il passo di Pausania (Phoc. pag. 657.) che può tradursi così. «V'è una stanza pitturata da Polignoto per voto fatto da quei di Cnido, la quale i Delfi chiamano LESCHE (stanza del conversare); perchè quivi negli antichi tempi si ragunavano per conversare di gravi cose e di antichi miti.» Dipoi Pausania descrive lungamente le pitture di Polignoto, ed anche la Cassandra, che erano in quella stanza.
(97) Pancasta, meglio detto che Pacata, fu concubina di Alessandro.
(98) Senofonte nella Ciropedia dice che la moglie di Abradate chiamavasi Pantea: onde anche costei ha questo nome.
(99) Plettro, per chi nol sa era un istrumento con cui si toccavano le corde della cetra: ed è anche l'archetto del violino.
(100) Alcuni dissero Smirne colonia ateniese, e fabbricata da Teseo.
(101) Secondo Diogene Laerzio ed Ateneo questo Eschine socratico scrisse un libro intorno ad Aspasia. Si dice ancora che egli diede per suoi i dialoghi di Socrate: e pare che qui Luciano lo creda anch'egli. Vedi il Parassito.
(102) Pericle fu detto Olimpio per la sua eloquenza.
(103) Socrate imparò da Diotima la scienza d'amore. Platone nel Simposio.
(104) Credo che debba dir ten, e non tas quella, non quelle.
(105) Le donne non intervenivano ai giuochi olimpici.
(106) Stesicoro d'Imera scrisse vituperii di Elena, e ne fu punito con la perdita degli occhi: ne ricantò la palinodia, e rivide lume.
(107) Questo Glauco, di Caristo, città di Negroponte, era un contadino di sì dure forze che un dì, uscitogli dell’aratolo il vomero, vel conficcò con un pugno.
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