Il padre, vedendo tanta gagliardia, lo fece ammaestrare nella lotta e nel cesto; e lo menò in Olimpia, dove abbattè tutti gli avversari, e riuscì un terribile atleta. Pindaro ne cantò in un'ode che è andata perduta, ed alla quale si accenna appresso.
(108) Il primo fu Zoilo, o, come vuole lo scoliaste, Zenodoto: il secondo Aristarco.
(109) Da Bacco, Vulcano, Giove, Nettuno, Mercurio.
(110) Non si sa chi sia questo sofista di Rodi, che insegnava filosofia cinica.
(111) Statua d’Anubi, che era rappresentato cinocefalo, cioè con testa di cane.
(112) Il testo dice: pasais tais hemerais, per tutti i giorni. Non parmi che il senso corra: però leggo pollais, molti. Forse potrebbe anche leggere posais, quanti, che ha potuto facilmente essere cangiato in pasais.
(113) Atauto è voce spagnuola, ataudo. Il Giambullari l’usa nel quarto libro della sua Storia, dove dice che il conte Fernando di Castiglia uccise di sua mano il conte di Tolosa: «Il che fatto, comandò che e’ fusse rivestito onoratamente di drappi moreschi, e riposto in atauto sontuosissimo.» I Napolitani hanno tauto, che non è nè bara, nè feretro, nè cataletto, ma cassa mortuaria. Io sarei tentato a dir piuttosto tauto parola già modificata italianamente da un popolo italiano, che atauto usata una sola volta dal Giambullari, il quale la copiò da qualche storico spagnuolo.
(114) Il peggio ve l’ho messo io per chiarire un po’ il senso del testo, che è oscurissimo. È nota la favola di Gige pastore che trovò un anello che lo rendeva invisibile: con l’aiuto del quale uccise Candaulo re di Lidia, ne sposò la moglie, e diventò re.
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