(121) Polo ed Aristodemo, famosi tragedianti, vissuti al tempo di Demostene.
(122) Solone divise i cittadini ateniesi in quattro classi secondo loro facoltà: 1a i pentakosioimedimnoi, che avevano la rendita di cinquecento misure di aridi e di liquidi, e pagavano allo stato un talento; 2a gl’ippeis, equestri, nutrivano un cavallo per lo stato, avevano trecento misure, pagavano mezzo talento; 3a i zeugnitai, iugarii, due di questi avevano e pagavano quanto uno della seconda classe; 4a i thetes, mercenarii, capite censi, proletari, non possedevano, non avevano diritto ad uffizi pubblici, avevano il solo diritto del suffragio. Vedi Plutarco, Solone. Luciano appicca facetamente agli Dei questa distinzione delle classi in Atene.
(123) Tarpheos akra korymba kataplessousin echetles. A parola suona così: Della densità le alte vette sbigottiranno della stiva. — Che diamine significa questo? Apollo parla scuro e per enimmi, sì, ma qui manca anche l’esterno legame delle parole, non che il concetto che non v’è affatto. E poi non parmi che standosi ancora sui generali, sulla descrizione della disputa, sia necessario il parlare enimmatico: il quale conviene, il quale conviene, e c’è, quando si predice di chi sarà la vittoria. Onde io credo che debba esservi errore di copista, e propongo la seguente correzione: Tarbeos akra korumba kataplessousin ekeithen. Terrore alta cacumina stupebunt inde. — Chi ha senno e conoscenza di greco può giudicare.
(124) Proverbio ateniese. Nelle feste di Bacco quelli che andavano sulle carrette lanciavano motti, frizzi, ingiurie a quanti scontravano per via.
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