E quale?
Tichiade. Se annoverare questa fra le altre arti: per modo che se si dimandi ad uno qual è l’arte sua, ei risponda, (come fosse la grammatica, la fisica) la parassitica.
Parassito. Per me, o Tichiade, io direi piuttosto questa che un’altra arte. Ma se ti piace udire le ragioni perchè penso a questo modo, te le dirò, quantunque, come ti dicevo testè, non le ho bene meditate.
Tichiade. Non importa, dimmene sopra sopra, purchè sieno vere.
Parassito. Orsù, vediamo prima, se ti pare, che cosa è mai un’arte in generale: chè così troveremo anche le arti particolari, quando avranno le condizioni di quella.
Tichiade. Che cosa è mai un’arte, lo sai?
Parassito. Oh, sì.
Tichiade. E se sai, di’ tosto.
Parassito. Un’arte, come mi ricorda di avere udito dire da un savio, è un sistema di conoscenze messe in pratica per qualche fine utile della vita.
Tichiade. Ei disse bene, e tu ben te ne ricordi.
Parassito. Ora se avrà tutte queste condizioni la parassitica, che altro sarà mai se non un’arte?
Tichiade. Sarà un’arte, se le avrà.
Parassito. Ora accordiamo la parassitica a ciascun tuono dell’arte, e, vediamo se vi consuona bene, o pure risponde con suono falso, come una pentola rotta quando la picchi. Bisogna adunque che questa, come ogni altra arte, sia un sistema di conoscenze. Il primo punto è cercare e discernere chi può essere atto a nutrirti, con chi acconciarti meglio a desinare, senza aver poi a pentirti. Diremo noi che il cambiatore ha un’arte con cui distingue le monete false dalle buone, e che uno senz’arte conosca gli uomini quali sono falsi e quali buoni?
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Tichiade
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