Eppure gli uomini non si scernono, come le monete, a prima vista. Di questo anche il savio Euripide si lagna, dicendo:
Per discerner fra gli uomini il malvagioNessun segnale sovra la persona
Gli puoi vedere.
E però l’arte del parassito è grande, se egli intende e conosce meglio della divinazione cose così oscure e sconosciute. Per saper dire poi di acconce parolette, e fare di quelle cose che ti acquistano la confidenza e la benevolenza di chi ti dà mangiare, non ti pare che ci voglia molta prudenza e conoscenza?
Tichiade. Certamente.
Parassito. E nei conviti stessi, l’uscirsene con la miglior porzione, ed avere più carezze degli altri che non hanno quest’arte, credi tu che si possa fare senza buon discorso e sapienza?
Tichiade. Non credo.
Parassito. Ed il conoscere le virtù ed i vizi delle vivande e degl’intingoli, ti pare che sia una curiosità di poltrone? Eppure il nobilissimo Platone dice: Chi fa un banchetto, e non s’intende di cucina, nell’apparecchio della cena non può mostrare buon giudizio. Che poi la parassitica non consista solo nelle conoscenze, ma anche nella pratica, te lo dimostro in due parole. Le conoscenze delle altre arti spesso rimangono i giorni e le notti e i mesi e gli anni senza essere esercitate, e nondimeno le arti non periscono in chi le possiede: ma se le conoscenze del parassito non sono esercitate ogni giorno, non solo perisce l’arte, ma l’artista. Ricercare poi qual è il fine utile che essa ha nella vita, non sarebbe una pazzia? Per me io non trovo nella vita niente più utile del mangiare e del bere, nè si può vivere senza di ciò.
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Euripide Platone
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