Pagina (5/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tichiade. Così è.
      Parassito. Nè la parassitica è una cosa simile alla bellezza o alla forza, sì che paia che non sia un’arte, ma una certa facoltà.
      Tichiade. Dici il vero.
      Parassito. E neppure è imperizia: perchè l’imperizia non fa mai riuscir nulla di bene all’imperito. Ecco qui: se uno si affida in una barca al mare e alle tempeste, non sapendo guidare il timone, si può salvare?
      Tichiade. No.
      Parassito. E perchè? perchè non ha l’arte, con la quale potrebbe salvarsi.
      Tichiade. Così è.
      Parassito. Dunque anche il parassito, se la parassitica fosse imperizia, non potrebbe salvarsi?
      Tichiade. Sì.
      Parassito. Dunque si salva per arte, non per imperizia?
      Tichiade. Certamente.
      Parassito. Ecco che la parassitica è un’arte.
      Tichiade. Un’arte, come pare.
      Parassito. Eppure io ho veduto buoni timonieri e sperti cocchieri cadere spesso dai loro seggi, e questi fiaccarsi il collo, quelli annegare; ma che un parassito sia naufragato così, non si conta. Dunque se non è imperizia la parassitica, nè è una facoltà, ma un sistema di conoscenze messe in pratica, noi oggi abbiam conchiuso e chiarito che ella è un’arte.
      Tichiade. A quanto pare da quel che dici. Or vedi di darci una bella definizione della parassitica.
      Parassito. Hai ragione. A me pare che si potrebbe definire così: La parassitica è l’arte di trincare, mangiare, su queste cose ragionare; ed il suo fine è il piacere.
      Tichiade. Hai dipinta quest’arte tua. Ma bada che per il fine non abbi a bisticciarti con alcuni filosofi.
      Parassito. Per me mi basta che uno sia il fine della felicità e della parassitica.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448