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      Parassito. Nella vita umana, o caro mio, ci ha il tempo della pace ed il tempo della guerra: ed in questi tempi si mostra che valore hanno le arti e quelli che le professano. Ora consideriamo prima il tempo della guerra, e vediamo quali di costoro specialmente sono più utili ed a sè stessi, ed alla repubblica.
      Tichiade. Tu me li metti in una strana lizza: e già mi viene a ridere pensando la brava coppia che sarà un parassito ed un filosofo.
      Parassito. Acciocchè dunque non ti maravigli molto, e non pigli la cosa a burla, figuriamoci per esempio che si annunzi a un tratto i nemici avere invaso il contado, doversi usare ad oste per non vedere il paese intorno devastato; il capitano chiamare per bando quanti hanno l’età da portare armi, tutti vengono, e fra questi e filosofi, e retori, e parassiti. Spogliamoli prima di tutto: chè chi si arma, si deve prima spogliare. Guardali ora ad uno ad uno, ed esamina bene i loro corpi. Vedrai alcuni per il bisogno magri, pallidi, spauriti, come se già fossero rimasti feriti in battaglia. L’azzuffarsi, il combattere di piè fermo, l’assalto, la polvere, le ferite, non saria ri- dicolo a dire che lo possono sofferire uomini come quelli, che avrien bisogno di qualche ristoro? Ma passa ora al parassito, e vedi qual ti sembra. Impersonato bene, di colore piacente (non bianco come quel delle donne, nè fosco come quello dei servi), e poi animoso, col guardo terribile, come l’abbiam noi, e l’occhio grande e sanguigno: chè non è bello portare in battaglia un occhio smarrito e languiscente.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448