Pagina (29/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Anacarsi. Questo frutto dolce e lieto, che tu dici, o Solone, sarebbe che tutto il popolo vede incoronare i vincitori e li loda, mentre che poco innanzi li compativa per i colpi che ricevevano. Ed essi si tengono beati che dopo tante fatiche hanno due pomi ed un ramoscello d’oleastro?
      Solone. Io ti dico che tu sei ancor nuovo de’ nostri costumi: ma tra poco muterai opinione, quando verrai nelle nostre adunanze, e vedrai la gran moltitudine di gente che accorre a vedere i giuochi, ogni luogo gremito di spettatori innumerevoli, gli atleti celebrati, e il vincitore tenuto pari a un dio.
      Anacarsi. Cotesta è maggior miseria, o Solone, patire oltraggio innanzi non a pochi, ma a tanti spettatori e testimoni, i quali certamente reputano beati gli atleti, vedendoli bruttati di sangue, e quasi soffocati dagli avversarii: perchè questa è la gran beatitudine de’ vincitori. Fra noi altri Sciti, o Solone, se uno batte un cittadino, o investendolo lo getta per terra, o pure gli lacera il mantello, ha gravi pene dai nostri anziani, ancorchè il fatto sia stato innanzi a pochi, non dico innanzi a tanti spettatori quanti tu mi conti che sono nell’Istmo e in Olimpia. E però gli atleti mi fanno pietà per quello che soffrono; e gli spettatori, che tu mi dici accorrere da ogni parte ed in gran numero a queste adunanze, mi fan maraviglia come lascino le loro faccende e vogliano vedere di tali cose. Chè io non posso capire qual diletto si ha vedere uomini che si percuotono, si battono, si gettano per terra, e si conciano bruttamente fra loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Solone Solone Sciti Solone Istmo Olimpia