Questo vorrei sapere perchè lo fate voi.
Solone. Perchè crediamo, o Anacarsi, che così i giovani s’accendono di più amore per questi esercizii quando vedono i più bravi onorati e celebrati fra tutti i Greci, e che però dovendo comparir nudi innanzi a tanta gente, avran cura della persona, per non vergognarsene denudandosi, e ciascuno vorrà per ogni verso parere degnissimo della vittoria. I premii, come già t’ho detto, non sono spregevoli; esser lodato dagli spettatori, celebrato, mostrato a dito, tenuto per il più bravo tra i giovani. Onde molti spettatori, che sono in età di entrare anch’essi nel cimento, se ne ritornano maravigliosamente infiammati di quel valore e di quelle fatiche. O Anacarsi, se si toglie dalla vita l’amor della gloria, che bene ci resta? chi vorrebbe fare una bell’opera? Ora anche per questo tu puoi figurarti come combatteranno con le armi in mano a difesa della patria, dei figliuoli, delle donne e dei sacri templi, costoro che nudi e per il premio d’una fronda d’oleastro o di alcune poma, mostrano tanto ardore di vincere. E che diresti se vedessi tra noi i combattimenti delle quaglie e dei galli, e lo studio non poco che noi vi mettiamo? Rideresti certamente, e massime se sapessi che facciam questo per una legge, la quale comanda a tutti i giovani di assistervi, e riguardare quegli uccelli che contendono sino all’ultimo punto. Eppure non ci è da ridere. Perchè così entra nell’animo un certo desiderio di affrontare i pericoli, di non parere men coraggiosi e meno arditi dei galli, di non cedere per ferite, o fatiche, o difficoltà. In quanto poi al cimentarli con le armi e vederli ferire, no, questo no: saria cosa feroce, e sozza e crudele e inutile ancora sgozzar quei valorosi che ci sono bravi difensori contro i nemici.
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