Ma il più spiacevole è che egli ti prescriverà un tempo lunghissimo per questo viaggio, anni assai, contando non a giorni nè a mesi, ma ad olimpiadi intere, per modo che chi ode si stanca prima, e dispera, e non si cura più di quella sperata felicità. E di più dimanderà non piccola mercede per queste malinconie, e non ti guiderebbe se prima non ricevesse una gran somma. Questo ti dirà quel vantatore antiquario, e veramente saturnino, il quale ti propone d’imitar cadaveri vecchi, dissotterrar discorsi già sotterrati, e come una gran bella cosa prendere ad esempio il figliuolo d’uno spadaio, e l’altro che fu figliuolo d’un Atrumeto scrivano:(20) e ciò mentre siamo in pace, nè Filippo ci assalta, nè Alessandro ci comanda, chè forse allora poteva essere utile quel modo di dire; senza sapere come oggi è divenuta corta, facile e diretta la via della Rettorica. Tu non gli credere, nè gli badare, se no ei ti menerà a romperti il collo, o almeno ad invecchiare prima de’ giorni tuoi in lunghe fatiche. Se davvero sei innamorato, e vuoi goderti la Rettorica, mentre sei ancora nel fior degli anni, per essere anche amato da lei, volta le spalle a quest’ispido e salvatico, digli che vi salga egli e quelli che può ingannare, e lascialo affannare e trafelare a suo talento.
E venendo all’altra via tu troverai molti, e tra gli altri uno tuttosavio e tuttobello, di andatura spezzata, dinoccolato, di sguardatura languiscente, di voce melata, spirante unguenti, grattantesi il capo con la punta del dito, con pochi ricciuti e imbionditi capelli acconciati sul capo, un mollissimo Sardanapalo, o un Cinira, o proprio Agatone l’amabile poeta tragico.
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