Pagina (82/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Sì, per Giove, dissi, ne ho veduta a destra di Saturno una tutta armata di bende, di corone appassite, e col petto dorato di sfoglie d’oro.
      Ed Eucrate: L’ho dorato io così, quando in tre giorni mi risanò d’una quartana che m’aveva morto.
      Ed io: Era anche medico questo bravo Pelico?
      Ei sì, e non celiare, chè subito si può vendicare egli, disse Eucrate: so io che può fare questa statua di cui tu ridi. Oh, non credi che sta a lui anche il poter mandare la quartana a chi gli piace, se egli la può levare?
      Ed io: Ci sia propizia e benigna questa statua tanto possente. Ma che altro la vedete fare tutti di casa?
      Come è notte, disse, scende dalla base su cui sta, gira per la casa, e tutti l’incontrano; talvolta canta, e non ha fatto mai male a nessuno: solamente bisogna scostarsi, ed egli passa senza dar noia a chi lo riguarda: spesso si lava, e scherza tutta notte nell’acqua, che se n’ode anche lo scroscio.
      Bada bene, risposi, che questa statua non sia Pelico, ma il cretese Talo, servo di Minosse, il quale era di bronzo e andava camminando per Creta. E se questa tua, o Eucrate, non è di bronzo, ma di legno, ciò non toglie che possa essere non un’opera di Demetrio, ma un ingegno di Dedalo, il quale le faceva che scendono dal loro piedistallo, come tu di’ della tua.
      Bada tu, o Tichiade, che infine non avrai a pentirti di questi scherzi. Io mi ricordo che patì uno che gli rubò le monete che noi gli offeriamo ogni primo dì di mese.
      Allora Jono: Un castigo grande dovette avere questo sacrilego.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Giove Saturno Eucrate Pelico Eucrate Pelico Talo Minosse Creta Eucrate Demetrio Dedalo Tichiade Jono