LII.
IPPIA,
OIL BAGNO.
Tra i savi quelli specialmente io dico doversi lodare, che non pure parlano acconciamente di ciascuna cosa, ma con acconce opere confermano quanto promettono con le parole. Tra i medici non manda un uomo di senno a chiamare in una malattia quelli che sanno ragionar benissimo dell’arte, ma quelli che ci hanno qualche pratica. E musico migliore di chi s’intende di ritmi e di armonie credo che sia chi può egli cantare e citarizzare. Non ti dico niente de’ capitani che meritamente furono tenuti ottimi, perchè non solo eran buoni ad ordinare ed animare un esercito, ma a combattere in prima fila e mostrar opere di mano, come sappiamo che anticamente furono Agamennone ed Achille, e più tardi Alessandro e Pirro. Che voglio io dire? Non a caso, nè per isfoggiare istoria ho ricordato di costoro, ma per dire che anche tra i meccanici sono degni di ammirazione quelli che diventati illustri per la scienza, lasciarono anche opere e monumenti di arte agli avvenire: perocchè quei che sono bravi solo a parlare, dovrebbero chiamarsi piuttosto saccenti che sapienti. Così sappiamo che furono Archimede e Sostrato di Cnido, dei quali questi sottomesse Menfi a Tolomeo senza assedio col deviare e spartire il fiume,(28) e quegli bruciò le triremi de’ nemici con la sua arte.(29) E prima di essi Talete Milesio, avendo promesso a Creso di tragittare l’esercito all’asciutto, con un suo espediente in una notte deviò le acque del fiume Ali dietro al campo; ed ei non era meccanico, ma un savio pieno d’ingegni e bel parlatore.
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