Così spesse volte si cade in inganno, prestando fede a chi esagera le cose. Onde anche io ora temo per me, che voi testè venuti, e che la prima volta mi ascoltate, sperando di trovare non so quali ambre e cigni nelle cose mie, tra poco ve ne anderete ridendo di chi vi dava ad intendere che v’è tanta bella roba nei miei discorsi. Ma io chiamo in testimonio tutto il mondo, che nè voi nè alcun altro mi ha udito, nè mi udirà mai, vantarmi delle cose mie. Altri non pochi incontrerete, veramente fiumi Eridani, su i quali non ambra, ma oro proprio stilla dai discorsi, e sono più melodiosi dei cigni poetici: il mio dire lo vedete com’è, semplice, alla buona, e senza sonorità alcuna. Onde badate che aspettandovi troppo da me, non vi accada come a quelli che guardando una cosa nell’acqua, credono che la sia tanto grande quanto pare a vederla da su, dilargandosi l’immagine per la luce refratta;(33) quando la cavano fuori, trovandola molto più piccola, se ne dispiacciono. Io dunque ve lo dico innanzi, e tolgo l’acqua, e mi discopro: non v’aspettate di cavar fuori qualche gran cosa, o accagionate voi stessi della vostra credenza.
LVI.
ENCOMIO DELLA MOSCA.
La mosca non è il più piccolo de’ volatili, se si paragona alle zanzare, ai tafani, e ad altri più tenui insetti; ma di tanto è maggiore di questi, di quanto è minore dell’ape. È alata non come gli altri, che hanno piume per tutto il corpo, e penne più forti per volare, ma come i grilli, le cicale e le api. Ha le ali d’una membrana tanto più dilicata delle altre, quanto una veste indiana è più sottile e morbida d’una greca; e di color cangiante, come i pavoni, se si guarda bene quando si compiace di sciorinarle al sole.
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Eridani
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