Demetrio il cinico vedendo in Corinto un ignorante che leggeva la bellissima tragedia di Euripide, le Baccanti, e stava al nunzio che racconta il caso di Penteo, e il fatto di Agave,(42) gli strappò il libro e lacerò dicendo: È meglio che Penteo sia squartato una volta da me, che molte da te.
Vo sempre cercando, e finoggi non ho potuto ancora trovare la cagione di questa cura che poni nel comperar libri. Che tu abbi a giovartene ed usarne, nessuno di quelli che ti conoscono anche pochissimo lo crederebbe: piuttosto un calvo comprerebbe un pettine, un cieco uno specchio, un sordo un flautista, un eunuco una concubina, un montanaro un remo, un pilota un aratro. Sarebbe forse uno sfoggio di ricchezza, e vorresti dare ad intendere a tutti che spendi in cose disutili perchè hai soverchio e da sprecare? Eppure a quanto conosco io, che son Siro come te, se tu non ti fossi intruso nel testamento di quel vecchio, già saresti morto di fame, e avresti venduto all’incanto i libri. Rimane adunque che tu gonfiato dagli adulatori, che non pure sei bello ed amabile, ma e filosofo, ed oratore, e storico senza pari, comperi libri per confermare le loro lodi. E si dice che tu nei conviti reciti loro certi tuoi discorsi, ed essi a guisa di ranocchie seccherecce gracidano per sete, e non bevono se prima non iscoppiano a gridare. Sei così facile a farti tirare pel naso, e inghiottirti ogni cosa che ti dicono, che una volta credesti ancora di rassomigliare ad un certo re nell’aspetto, come il falso Alessandro, o il falso Filippo, che era un tintore, o al tempo de’ nostri avi il falso Nerone, e tutta la schiera di quei che falsano le persone.
| |
Corinto Euripide Baccanti Penteo Agave Penteo Siro Alessandro Filippo Nerone
|