Questi esempi sono infiniti, e quasi la maggior parte conosciuti.(51)
Che dunque deve fare un uomo prudente, quando dubita della virtù di alcuno, o della verità d’una cosa? Quello, cred’io, che Omero significò in enigma con la favola delle Sirene: voga fuori, non fermarti ad ascoltare cose che tanto nocciono piacendo; turati le orecchie, e non aprirle di leggieri a quelli che sono occupati da una passione; mettivi come vigile portinaia la ragione, la quale di tutte le cose che si dicono quelle che essa approva, fa entrare e riceve, e quelle che disapprova chiude fuori e ributta. Sarebbe veramente ridicolo avere i portinai alla casa, e gli orecchi e l’animo lasciare aperti. Quando adunque uno ti viene a dire una cosa di queste, devi fra te considerare essa cosa, senza guardare all’età di chi la dice, nè alla sua vita, nè all’efficacia del suo parlare: chè quanto più l’uomo è autorevole, tanto più bisogna guardarsi e considerar bene. Non bisogna adunque affidarsi all’altrui giudizio, o piuttosto all’odio dell’accusatore, ma riserbare a sè l’esame della verità, e lasciare l’astio al dinunziante; e messe in chiaro le pruove dell’intenzione dell’uno e dell’altro, odiare così, ed amare come ti se’ chiarito e persuaso. Innanzi di far questo, arrovellarsi ad una prima informazione è cosa puerile, in fede mia, e bassa, e non poco ingiusta. Ma di tutte queste cose la cagione è quella che io ho detta in principio, l’ignoranza, e l’essere i costumi di ciascuno allo scuro. Chè se qualcuno degl’iddii discoprisse le vite nostre, la dinunzia anderebbe a precipitarsi nel baratro e non troverebbe altro luogo, perchè le azioni umane sarebbero rischiarate dalla luce della verità.
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Omero Sirene
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