Ed essendo tu in questi termini, ti curi di una parola, e ridi e dispregi gli altri? Hai ragione: chè non tutti potremmo parlare come te. E chi saria così ardito dicitore da chiedere contro tre adulteri invece di una spada un tridente? da dire che Teopompo, il quale dà il suo giudizio su Tricarano,(61) con tricuspide eloquenza abbattè superbe città: ed ancora che egli tridenteggiò la Grecia, e fu un Cerbero nel dire? Poco fa avendo accesa una lucerna andavi cercando un certo fratello, credo, perduto.(62) Ed altri infiniti spropositi, che non meritano di essere ricordati, se non uno soltanto che molti udirono e l’hanno a mente. Un ricco era nemico di due poveri: tu parlando del ricco dicevi: Uccise l’un l’altro dei poveri. Ridendo naturalmente tutti quelli che ti udirono, tu, per correggere, ribattendo l’errore. Non va, dicesti, non va, uccise l’altro di essi.(63) Lascio stare quelle anticaglie Mesi tree, rabbonacciata, bolare, pandere, e le altre gemme di che adorni i tuoi discorsi.
Le cose poi che fai costretto da povertà, Dio mi liberi che te le voglia rinfacciare: perchè è da compatire se uno sforzato dalla fame, neghi un deposito fattogli da un cittadino e giuri di non aver nulla ricevuto; o se uno senza una vergogna si metta a chiedere, anzi a dimandare limosina, e fare il pelamantelli, e lo stradiere. Io non voglio dir questo: perchè si può ben fare ogni arte per fuggire bisogno: ma quello è brutto, che tu essendo povero, in questi sollazzi solamente spendi i guadagni della tua impudenza.
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