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      Già anche nazioni intere ci ha longevissime; come i Seri è fama che vivono sino a trecento anni, o che l’aere o che la terra sia cagione di sì lunga vecchiezza, o ancora il modo di vivere, perchè dicesi che tutta questa nazione beve acqua. E gli Atoti si scrive che vivano sino a cento trent’anni, ed i Caldei oltre i cento: e questi usano pane d’orzo per serbarsi la vista acuta, e per questa regola si dice che abbiano anche gli altri sensi più squisiti che gli altri uomini. E ciò delle genti e delle nazioni longeve, le quali toccano a tardissima vecchiezza chi dice per la terra e per l’aere, chi per la regola del vivere, e chi per l’una cosa e l’altra. Ma io debbo darti una buona speranza narrandoti come in tutta la terra ed in ogni aere furono uomini longevi, i quali con esercizi convenevoli e acconcia maniera di vivere serbarono buona salute.
      Dividerò questo discorso secondo le condizioni delle persone, e prima dirò delle persone reali e dei capitani, uno dei quali il nostro pio, augusto, felice imperatore innalzò alla sublime dignità, e fece grandissimo benefizio all’impero;(67) e così anche tu rimirando in questi longevi per simiglianza di complessione e di fortuna, più volentieri spererai una vecchiezza sana e lunga, ed imitandoli ti procurerai con la regola una lunghissima e validissima vita.
      Numa Pompilio, il più felice dei re di Roma, che attese principalmente al culto degli Dei, si narra che visse oltre gli ottant’anni. E Servio Tullio, altro re di Roma, dicesi che visse anche sopra gli ottanta.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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