Pagina (195/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Adimanto. Ben dici. Che io trovi un tesoro sotto quel Mercurio di pietra che abbiam nel cortile, mille medinni di monete d’oro. Subito, come dice Esiodo, la casa prima, voglio abitare una casa bellissima. Già m’ho comperato tutto il contado d’Atene, fuori dove è timo e sassi:(74) i campi eleusini che stanno sul mare, pochi poderi sull’Istmo per vedervi i giuochi, se mai mi viene la voglia d’andarvi, tutta la pianura di Sicione: insomma se ci ha in Grecia campi alberati, innaffiati, fertili sieno tutti di Adimanto. Io mangio in vasellame d’oro; e le tazze non sono leggiere, come quelle di Echecrate, ma ciascuna pesa due talenti.
      Licino. E il coppiere come ti porgerà piena una tazza così pesante? e tu come prenderai da esso non un bicchiere, ma un masso come quelli che Sisifo solleva per forza di poppa?
      Adimanto. Auf! tu m’interrompi sempre nel meglio. Sì, mi farò le mense tutte d’oro, i letti d’oro, e, se parli, anche i donzelli.
      Licino. Bada che, come a Mida, anche il mangiare ed il bere non ti diventi oro, e ricco miserabile morirai stecchito di fame suntuosa.
      Adimanto. Oh, i fatti tuoi tu te li accomoderai meglio al verisimile or ora che ci dirai ciò che desideri. Dunque io sono vestito di porpora, fo vita morbidissima, sonni piacevolissimi: gli amici mi visitano e mi chiedono: tutti mi ubbidiscono e mi adorano: il mattino innanzi la porta di casa mia molti passeggiano su e giù, tra i quali quei superbi di Cleaneto e Democrate. E quando questi verranno e si crederanno d’esser ricevuti i primi, sette portinai omaccioni barbari sbatteranno loro la porta in faccia, come ora fanno essi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Mercurio Esiodo Atene Istmo Sicione Grecia Adimanto Echecrate Sisifo Mida Cleaneto Democrate