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      Sposassi almeno una bella giovane! I’ l’ho veduta testè nelle Tesmoforie insieme con la madre;(75) e non sapevo ancora che per colei i’ non vedrò più Panfilo. Guardala anche tu, guardala prima in faccia, come è brutta con quegli occhi bianchi, e guerci, e che si guardano tra loro. Hai veduto mai Filone il padre della sninfia? Se ti ricordi la faccia sua, non t’è più bisogno di veder la figliuola.
      Panfilo. Che baie son coteste, o Mirtina? che giovane, che nozze, che padron di barca tu mi conti? Che so io di sposa brutta o bella? Che so io se Filone d’Alopeca (forse parli di lui ) ha una figliuola già da marito? Ei non è neppure amico di mio padre: e mi ricorda che una volta c’ebbe una lite per un negozio marittimo, e fu condannato. Egli doveva circa un talento a mio padre, e non glielo voleva dare: ma chiamato innanzi ai giudici marittimi, pagò, ma neppur tutto, come il babbo diceva. E poi s’io avessi voluto tor moglie, non avrei lasciata la figliuola di Demea che l’anno passato fu generale della repubblica, e la è anche cugina di mia madre, per isposar la figliuola di Filone. Ma tu donde hai saputo questo? E come t’è venuta in capo questa vana gelosia per tormentarti?
      Mirtina. Dunque tu non t’ammogli, o Panfilo?
      Panfilo. Tu se’ pazza, o Mirtina, o sei ubbriaca: eppur ieri non bevemmo assai.
      Mirtina. Ecco qui, Doride m’ha così sbigottita. I’ l’ho mandata a comperar certi panni di lana pel ventre, e a fare una preghiera per me a Diana, ed ella m’ha detto che ha scontrata Lesbia.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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