Biondina. Eh, costui sa solamente montare in bestia e picchiarmi, ma dare niente.
Vitina. Darà, darà: i gelosi si sdegnano facilmente.
Biondina. I’ non so perchè tu vuoi ch’io sia battuta, o Vitina.
Vitina. Battuta no: ma io credo che l’amore grande nasce quando uno si persuade che poco lo curi; se è sicuro di possederti egli solo, la passione si smorza. Senti me, che fo la cortigiana da vent’anni, e tu n’hai forse diciotto o meno. E se vuoi, io ti conterò un caso che m’avvenne a me non ha molti anni. S’era innamorato di me Demofante l’usuraio che sta di casa dietro il Pecile. Costui non mi dava mai più di cinque dramme, e si pensava di farmi il padrone. L’amor suo, o Biondina, era un amore leggero; ei non sospirava, non piangeva, non mi stava innanzi la porta ad ora insolita, ma di tanto in tanto si giaceva meco, stava un po’, e via. Ma un dì che egli venne ed io non l’aprii, perchè v’era dentro Calliade il pittore, che m’aveva mandate dieci dramme, ei se n’andò la prima volta sdegnato e dicendomi villania. Passarono parecchi giorni, e io non mandai per lui: ed essendo dentro Calliade la seconda volta, Demofante che s’era ben riscaldato, avvampa di sdegno, spia quando s’apre la porta, entra, piange, mi batte, minaccia d’uccidermi, mi lacera le vesti, va in furori; infine mi dà un talento, e mi si tiene egli solo per otto mesi interi. La moglie andava dicendo a tutti che io con una fattura lo aveva fatto impazzire. La fattura era la gelosia. Onde, o Biondina mia, usa anche tu questa fattura con Gorgia.
| |
Vitina Demofante Pecile Biondina Calliade Calliade Demofante Biondina Gorgia
|