Pagina (227/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
     
      10.
      Rondinella e Rugiadosa.(82)
     
      Rondinella. Non viene più da te, o Rugiadosa, il giovanetto Clinia? Da molto tempo io non ce l’ho veduto.
      Rugiadosa. Non viene più, o Rondinella: il maestro gli ha proibito di più accostarsi a me.
      Bandinella. Chi? il maestro di scuola Diotimo? oh, egli è cosa mia.
      Rugiadosa. No, ma Aristeneto; che pigli un malanno a lui e a tutti i filosofi.
      Rondinella. Quel viso arcigno tu dici? quel gran barbone, che suole passeggiar co’ giovani nel Pecile.
      Rugiadosa. Lui, quel chiacchierone! che lo possa veder morire di mala morte, lo possano trascinar per la barba.
      Rondinella. E perchè ha messo in capo a Clinia queste cose?
      Rugiadosa. Io nol so, o Rondinella. Egli che non è stato mai una notte senza dormire con me, dacchè ha conosciuto donne, e conobbe me prima, da tre giorni non si è neppure avvicinato al chiassuolo. Io stavo tanto mesta, e avevo il cuore tanto scuro; onde mandai la Nebrida a vedere se egli stesse in piazza o nel Pecile: ed ella mi riferì, come vedendolo passeggiar con Aristeneto, da lontano gli fece un cenno, ed egli arrossendo guardò a terra, e non levò più gli occhi. Traversarono insieme la città, ed ella dietro sino al Dipilo; ma vedendo che egli non si rivolgeva mai, se ne tornò non potendo dirmi niente di certo. Figurati a questo come io entrai tutta sossopra, non sapendo immaginare che avesse il ragazzo. S’è preso collera per qualche cosa? dicevo tra me: s’è innamorato di qualche altra, e ristuccato di me? Gliel’avesse vietato suo padre?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Rugiadosa Rugiadosa Clinia Rondinella Diotimo Aristeneto Pecile Clinia Rondinella Nebrida Pecile Aristeneto Dipilo