Pagina (231/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Trifena. Oh, per Venere, i’ non ci sarei venuta se m’avesser detto che io era presa per questo, per fare un dispetto a un’altra, e poi alla Baciozza, a quella vecchiaccia. Ma ora me ne vado, chè già il gallo ha cantato la terza volta.
      Carmide. Non andar sì di fretta, o Trifena. Se è vero ciò che dici della Baciozza, e della parrucca, e che si tinge, e che ha le impetigini, i’ non potrei più guardarla in faccia.
      Trifena. Dimandane tua madre, se mai s’è lavata con lei: degli anni poi, te ne parlerà anche tuo nonno, se è vivo ancora.
     
      Carmide. Dunque giacchè ella è così fatta, leviam questo muro di mezzo a noi, abbracciamoci, baciamoci, facciamo davvero; e la Baciozza vada alla malora.
     
     
     
      12.
      Violetta,(84) Pitia e Lisia.
     
      Violetta. E mi maltratti, o Lisia! Ben mi sta, perchè io non t’ho chiesto mai danari, non t’ho tenuto mai la porta, dicendoti, un altro è dentro; non t’ho costretto mai ad ingannar tuo padre, o rubare tua madre, e portarlo a me, come fanno le altre; ma subito fin da prima t’ho ammesso in casa senza voler mai nulla, mai. Tu li sai quanti innamorati io ho licenziati: Etocle che ora è de’ Pritani, Pasione il padron di barca, e Melisso che è giovane come te, ed ora gli è morto il padre, ed è padrone assoluto di tutto il suo: ma per me il mio Faone se’ stato tu, non ho guardato nessun altro, non sono stata che con te: perchè, sciocca a me, io credeva veri i giuramenti tuoi, e mi ti son mantenuta come una Penelope, benchè la mamma mi sgridasse, e le amiche me ne garrissero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Venere Baciozza Trifena Baciozza Baciozza Pitia Lisia Lisia Etocle Pritani Pasione Melisso Faone Penelope