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      E tu come ti sei accorto che io sono una pasta nelle mani tue, e di me fai quello che vuoi, ora scherzi con Licena innanzi agli occhi miei per farmi dispetto, ed ora mentre ti giaci con me lodi Magina la sonatrice. I’ n’ho pianto per questo, e pure benchè insultata son sempre pronta alle tue voglie. E giorni sono, quando beveste insieme tu, Trasone e Difilo, ci erano ancora Cimbalina la zufolatrice, e Pirallide la nemica mia; e tu lo sapevi. I’ non mi curai tanto che tu desti cinque baci alla Cimbalina, perchè offendesti te stesso a baciar colei: quanto che tu facevi tanti segni a Pirallide, e bevendo le accennavi il bicchiero, e poi dando il bicchiero al servo, gli dicevi: Mescivi solamente per Pirallide quando chiede bere e a nessun altro. Infine desti un morso ad una mela, e quando vedesti Difilo intento a parlar con Trasone, la lanciasti diritto in seno a lei, senza nemmeno cercare di non farti veder da me. Ella la baciò, e se la mise in mezzo alle mammelle sotto la pettiera. Or questo tu perchè me lo fai? T’ho dato mai un minimo dispiacere? t’ho fatta una minima offesa mai? chi altro ho guardato? non vivo solo per te? Non fai una bella cosa, o Lisia, ad affliggere così una povera donna che è pazza per te: e c’è una dea Nemesi, che le guarda queste cose. Ma tu ti affliggerai forse quando saprai ch’io son morta, che mi sono impiccata ad un laccio, o gettata nel pozzo, o morta in qualche altro modo, per levarti questa noia dinanzi agli occhi. Oh, allora sarai contento che avrai fatta questa gran prodezza.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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