Questi che squassano spennacchi e contano battaglie, son tutti vento, o Partenide.
Correzioni apportate nell’edizione elettronica Manuzio:
6. Ciuffetta e Corinna, ultimo capoversoTu fa’ sempre più carrezze = ...carezze
12. Violetta, Pitia e Lisia
Oh, non s’allontasse = allontanasse
LXVII.
DELLA MORTE DI PEREGRINO.
LUCIANO A CRONIO SALUTE.
Lo sciagurato Peregrino, o Proteo (come egli voleva esser chiamato), ha fatto lo stesso che il Proteo d’Omero: divenuto ogni cosa per acquistar fama, e trasformatosi in mille forme, finalmente è divenuto fuoco: tanta smania aveva di far parlare di sè. Ed ora eccotelo carbonizzato il poveretto, come Empedocle: se non che Empedocle tentò di non farsi vedere quando si gettò nel cratere del fuoco; e costui ha bravamente aspettata la più numerosa adunanza dei Greci per avere tanti testimoni che lo vedessero gettarsi in una gran pira ardente, e l’udissero recitare certe sue pappolate ai Greci per alquanti giorni prima di quella sua pazzia. Già parmi di vederti ridere di quel vecchio imbarbogito, e già ti odo gridare, come tu suoli gridare. Oh stoltezza! oh vana ostentazione! ed altri oh! che sogliamo dire in questi casi. Tu li dici da lontano e in sicuro; ma io vicino al fuoco li diceva, e in mezzo una gran moltitudine di ascoltatori, dei quali parecchi mi sguardavano biechi, ammirando la mattia di quel vecchio. Ce ne erano ancora che ne ridevano, ma io per poco non fui sbranato dai Cinici, come Atteone dai cani, o Penteo suo cugino dalle Menadi. Ti voglio narrar questo dramma: tu conosci il poeta, e sai che nella sua vita ei ne rappresentò tanti, quanti non ne scrissero Sofocle ed Eschilo.
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