Ma ora dagli uomini anderà tra gli Dei questo ornamento del mondo, sollevandosi sul fuoco, e lascerà noi orfani e dolenti.»
Così parlando sudava tutto, e piangeva goffamente, e si strappava i capelli, badando di non tirarli troppo forte; infine alcuni Cinici gli si fecero dappresso, e consolandolo, così singhiozzante lo menarono via. Dopo costui subito montò a parlare un altro, che senza dar tempo alla moltitudine di sperdersi, e mentre il ferro era ancor caldo, si mise a ribatterlo in altro modo. E cominciò con una grandissima risata, che parve gli uscisse proprio del cuore: poi prese a dire così:
Poichè quel birbon di Teagene ha finito col pianto di Eraclito, io comincerò col riso di Democrito. E scoppiò in una risata più grande, che fece ridere anche parecchi di noi. Poi ricomponendosi disse: E che altro si può fare udendo sì ridicoli discorsi, e vedendo uomini vecchi per un po’ di meschina glorietta venir quasi a far capitomboli innanzi a voi? Ma per conoscere chi è questa gioia che vuole arrostirsi, udite me, o ascoltatori, chè io so tutta la storia della sua vita, dettami da suoi paesani, e da alcuni che l’han conosciuto da vicino. Questo miracolo di natura, questo capolavoro di Policleto, quando cominciò ad esser uomo, fu colto in adulterio in Armenia, e tentando di scappare per un tetto, fu preso, bastonato ben bene, ficcatogli un ravanello in culo, e mandato via. Dipoi sforzò un bel giovanetto, e con tremila dramme ne acchetò i genitori, che eran povera gente: e così non fu menato innanzi al governatore dell’Asia.
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