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      Anzi va bucinando e spargendo certi vecchi oracoli, che dicono come ei diverrà il genio tutelare della notte; e mostra chiaramente che vorria altari, e spera che gli rizzeranno statue. E per Giove non è difficile che fra tanti sciocchi se ne troveranno alcuni che diranno che son guariti dalla quartana per virtù di lui, e che di notte lo hanno scontrato essi questo genio notturno. Ma questi ribaldi de’ suoi discepoli forse vanno già mulinando di rizzargli un tempio e stabilire un oracolo presso la pira, perchè Proteo figliuolo di Giove, di cui egli ha il nome, era indovino. E vi so dire io che vedremo i suoi sacerdoti rappresentar flagellazioni, bruciamenti, e cotali altre scede; ne celebreranno i misteri di notte, e anderanno in processione con le faci in mano intorno al rogo.
      Teagene poco fa diceva, come mi ha riferito un amico, che anche la Sibilla ha predette queste cose. E ne recitava i versi.
      Quando Proteo dei Cinici il più grande
      Vicino al tempio del tonante Giove
      Accenderà gran foco, e nelle fiamme
      Gettandosi, verrà nell’alto Olimpo;
      Voi che mangiate della terra i frutti,
      Fate onoranza a questo grande eroe,
      Che va vagando nella notte, e in trono
      Siede insieme con Ercole e Vulcano.
      Questo, dice Teagene, l’ha udito dalla Sibilla. Ed io vi dirò un oracolo di Bacide, che fa meglio al caso. Bacide dice così:
      Quando il famoso Cinico nel foco
      Si getterà per fregola di gloria,
      I botoli e le volpi suoi seguaci
      Debbono fare il tomo appresso al lupo.
      Chi per manco di cuor fugge dal foco


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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