Ma voglio contarti un’altra coserella per farti più ridere, e finirò. Tu già ti ricordi, chè io te lo narrai quando venni di Siria, come io navigando con lui dalla Troade, gli vidi su la nave tra le altre morbidezze un bel giovanetto, di cui voleva farne un cinico, per avere anch’egli il suo Alcibiade; e come una notte in mezzo l’Egeo sopravvenutoci un turbine che levò una gran tempesta, egli spaurito tremava a verga, e piagnolava con le donne questo bravo disprezzatore della morte. Ora poco prima di morire, forse un nove giorni, dopo una grande scorpacciata vomitò tutta la notte, e la mattina fu preso da una febbre gagliardissima. Questo me lo contò il medico Alessandro chiamato per visitarlo; il quale mi disse come ei lo trovò che si voltolava per terra, non sosteneva quell’ardore, e chiedeva con molta passione qualche cosa fredda, ma che ei non gliela diede: e mi contò che gli disse: Se tu hai sì gran voglia della morte, eccola, che viene a batterti la porta: puoi seguirla senza mestieri del fuoco. E quei gli rispose: Ma questa maniera di morte non è gloriosa, perchè troppo comune. Questo mi disse Alessandro. Io stesso poi alquanti giorni prima lo vidi ungersi gli occhi con un collirio per cavarsi alcune lagrime. Oh, non sai tu che Eaco non li riceve i loschi? Questo è come se uno che dev’esser menato alla croce si curasse un patereccio. Che te ne pare? Democrito se avesse mai saputo questo, non avria riso meritamente di costui? E quanto avria dovuto riderne? Tu dunque, o amico mio, ridi anche tu, specialmente quando odi alcuni che ammirano questo pazzo.
| |
Siria Troade Alcibiade Egeo Alessandro Alessandro Eaco
|