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      E mi dicevi quando mi mandasti: Tu vedi, figliuola mia, che fanno gli uomini, e dove li ha condotti l’ignoranza. Io, perchè ho pietà di loro, e credo te sola capace di rimediare a questi disordini, scelgo te fra tutti noi, e ti mando per risanarli.
      Giove. Mi ricorda che allora ti dissi molte cose cosiffatte. Tu dimmi che avvenne dipoi, come t’accolsero prima quando scendesti, e che ti hanno fatto adesso.
      La Filosofia. Non mi lanciai, o padre, di botto su i Greci; ma l’opera che mi pareva fosse più difficile, educare ed ammaestrare i barbari quella prima volli fare. Lasciati adunque i Greci, che io credevo facili a sottomettere, e subito capaci di ricevere il freno e sottoporsi al giogo, dirizzai il volo prima tra gl’Indiani, la più grande delle nazioni del mondo; e senza molta pena li persuasi a discendere dai loro elefanti, e conversare con me; sicchè tutta la gente dei Bramani, che sono confinanti ai Necrei ed agli Ossidrachi, tutti seguono la mia insegna e vivono secondo i nostri precetti, e sono onorati da tutti i vicini. Essi anche muoiono di una morte di nuova specie.
      Giove. Parli dei ginnosofisti. Infatti io odo a dire molte cose di loro, che montano sovra una gran catasta, e si lasciano bruciare senza mutare aspetto nè positura. Ma questo non è gran che: pocanzi ho veduto in Olimpia un fatto simile, e tu ci dovevi essere quando si bruciava quel vecchio.
      La Filosofia. Neppur mi avvicinai, o padre mio, ad Olimpia, per paura di quei tristi che ti ho detto, e che vidi andarvi in folla per dire ingiurie alla gente quivi adunata, ed empiere di schiamazzi e di latrati l’Opistodomo; e però non vidi colui come morì. Dopo i Bramani adunque ratto in Etiopia, quindi discesi in Egitto, e avendo conversato con quei sacerdoti e profeti, e ammaestratili nelle cose divine, volsi per Babilonia: dove iniziati ne’ miei misteri i Caldei ed i Magi, seguitai per la Scizia, e quindi discesi in Tracia: colà Eumolpo ed Orfeo conversarono con me; ed io li spedii innanzi di me fra i Greci; l’uno, che fu Eumolpo, per iniziarli nelle cose sacre, che tutte le aveva da me imparate, e l’altro per muovere col canto e con la musica quegli animi, e tosto io andai appresso a loro.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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