Il Padrone. Oh ardire! Scarafaggio si dice filosofo!
Uomini. E de’ nostri non si tiene conto?(94)
Mercurio. Non dubitate, li troveremo tutti; perchè filosofeggia, come si dice, anche ella.
La Filosofia. Ma chi è quest’altro che si avvicina, o Ercole, questo bell’uomo con la cetra in mano?
Ercole. È Orfeo, che navigò meco su la nave Argo. Oh, come egli ci animava col suo piacevole canto, e non ci faceva sentire la fatica del vogare! Salute, o bravo e sapientissimo Orfeo; non ti sei dimenticato di Ercole.
Orfeo. E salute a voi, o Filosofia, Ercole, e Mercurio. Mi dovete dare il premio, perchè io conosco bene colui che cercate.
Mercurio. Dunque, o figliuol di Calliope, additaci dov’è: di danaro, cred’io, non hai bisogno, perchè sei sapiente.
Orfeo. Ben dici; ma io vi additerò la casa dove abita, lui no, per non udirmi ingiuriare, chè egli è il più sporco tristo del mondo, e non sa fare altro che questo.
Mercurio. Sol che l’additi.
Orfeo. Questa più vicina. Me ne vo subito per non vederlo.
Mercurio. Zitto. Non è questa una voce di donna, che canta versi di Omero?
La Filosofia. Sì, è, per Giove. Ascoltiamo che dice.
La Fuggitiva. Aborro come il limitar di Dite
Chi ama l’oro in suo cuore, ed altro dice.
Mercurio. Dunque dovresti aborrir Scarafaggio, il quale
L’ospite offese, che l’avea raccolto.
L’Ospite. Questo motto tocca a me, chè egli mi rapì la donna, ed io l’avevo ospitato.
Fuggitivo. Briaco, occhio di cane, e cuor di cervo,
Sempre nullo in battaglia ed in consiglio,
Tersite linguacciuto, brutto corvo,
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