Questo sconviene, e invan coi re contendi.(95)
Il Padrone. Come calzano a quel birbante questi versi!
Il Fuggitivo. Innanzi cagna, leonessa dietro,
In mezzo capra, fetida, spirante
Di tre cani salvatichi la foia.
L’Ospite. Ohimè, povera donna fra tanti cani, come ti hanno concia! E dicono che ella è gravida di loro.
Mercurio. E sta lieto, che ella ti partorirà un Cerbero o un Gerione, acciocchè Ercole qui abbia un’altra fatica. Ma escono fuori, onde non bisogna picchiar la porta.
Il Padrone. T’ho preso, o Scarafaggio. Ora taci eh? Via, vediamo che hai nella bisaccia: forse lupini, o un tozzo di pane.
Mercurio. No, per Giove: ma una cintura d’oro.
Ercole. Non maravigliarti. Poco fa egli diceva di esser Cinico (cane) in Grecia; qui è tutto Crisippeo (cerca-oro): onde tra breve lo vedrai Cleante (guaiolante), perchè sarà impiccato per la barba il sozzo malvagio che egli è.(96)
2° Padrone. E tu, o birbante, non sei tu Orcioletto il mio servo fuggitivo? Sei desso, sì. Oh, mi fai ridere. E che cosa non potrà essere al mondo, se Orcioletto è filosofo?
Mercurio. E questo terzo non ha padrone tra voi?
3° Padrone. Sono io il padrone, e volentieri lo lascio perdere.
Mercurio. E perchè?
3° Padrone. Perchè è di quelli che han quella magagna. E noi lo chiamavamo il Muschiatino.
Mercurio. O Ercole scacciamali, odi? E poi bisaccia e bastone.... E tu ripigliati la donna tua.
L’Ospite. Non mai, non ripiglierò una donna che ha in corpo un libro antico.
Mercurio. Come un libro?
L’Ospite. Caro mio, il Tricipite è un libro.
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