- Le porzioni delle carni sieno eguali per tutti: gli scalchi non facciano parzialità a nessuno. I servi non ritardino, non ti lascino innanzi un piatto senza prenderselo mai: nè sia servito ad uno un bel tocco, ad un altro un pezzetto, ad uno la coscia, ad un altro la mascella del porco: ma parti uguali a tutti. - Il coppiere giri gli occhi attorno sovra ciascuno, sul padrone meno degli altri, e ascolti subito. - Ci sieno calici d’ogni capacità. - Sia lecito a chi vuole far brindisi: ciascuno può bere alla salute di un altro, dopo un brindisi al ricco: nessuno sia costretto a bere, se ei non può. - Al banchetto si può menare un danzatore o ceteratore, ma non principiante. - Lo scherzo sia misurato, e non giunga all’offesa. - Infine si giuochi con le noci: chi giuoca danari starà digiuno sino al dimani. - Ciascuno rimanga o se ne vada a suo piacere. - Quando il ricco farà fare la scorpacciata ai servitori, anche gli amici suoi con lui dovranno servirli a tavola.
Queste leggi ogni ricco deve scriverle sovra una colonna di bronzo, piantata nel mezzo del suo cortile, e leggerle sempre. E dovete sapere che fino a che la colonna rimarrà in piedi, in quella casa non entrerà nè fame, nè peste, nè fuoco, nè altro malanno: ma se sarà abbattuta (che non sia mai!) uh, quante maladizioni vi pioveranno!
LETTERE SATURNALI.
1a.
Io a Saturno salute.
T’ho scritto un’altra volta per farti sapere in che stato io sono ridotto, e come per la mia povertà corro pericolo io solo di non prender parte alla festa che tu ci hai annunziata: e v’ho aggiunto ancora (me ne ricordo bene) essere cosa irragionevolissima che alcuni di noi sono straricchi e sguazzano senza dare una briciola ai poveri, ed altri si muoion di fame, anche nei dì dei Saturnali.
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Saturno Saturnali
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