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      Non fu servito un piatto per uno, ma stavano due ad un tagliere, e ciascuno prendeva la parte sua: ad uno Aristeneto ed Eucrito; ad un altro Zenotemi lo stoico ed Ermone l’epicureo; poi Cleodemo e Iono; appresso lo sposo ed io. Difilo aveva innanzi doppia porzione, perchè Zenone s’era levato. Ricòrdati di quest’ordine, o Filone, perchè è necessario pel racconto.
      Filone. Me lo ricordo.
      Licino. Iono adunque disse: Comincerò io, se vi pare. E stato alquanto sopra di sè, disse: Forse converrebbe innanzi a tali uomini parlar delle idee, degl’incorporei, e della immortalità dell’anima: ma affinchè non mi contraddicano quelli che non seguono questa filosofia, io dirò la mia opinione su le nozze. Il meglio saria non torre moglie affatto, ma, seguendo Platone e Socrate, amare fanciulli, perchè solo così si può essere perfetto nella virtù: ma giacchè è necessario torre donne, dovriano esse, secondo Platone, esser comuni, per liberarci dalla gelosia. Scoppiò un riso a questi spropositi; e Dionisodoro: E non smetti, disse, di parlare da barbaro? Dove troveremo cotesta zelosïa, ed usata da chi?(101) - Anche tu parli, o can vituperato? rispose colui. E credo che Dionisodoro l’avria rimbeccato bene; ma il buon grammatico Istieo: Zittite, disse, che io vi leggerò un epitalamio. E cominciò a sciorinare un’elegia, che se ben mi ricorda fu questa.
      Sola nella magion d’Aristeneto
      La divina Cleantide cresceva
      Regalmente nutrita, e in leggiadria
      Fra tutte l’altre vergini splendeva
      Di Citerea più bella e della Luna.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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