Dirò un’altra cosa che fece alla mia presenza. I sacerdoti lo portavano su le spalle, ed egli li lasciò a terra, e se n’andava solo per aria.(114) Dopo l’Apollo c’è la statua d’Atlante, poi quelle di Mercurio e d’ Ilitia.
L’interno del tempio è così ornato: di fuori poi sta un’ara grande di bronzo; e ci sono altre statue di bronzo infinite, e di re, e di sacerdoti: dirò le più notevoli. A sinistra del tempio sta la statua di Semiramide, che addita il tempio a destra, e vi sta per questa cagione. A tutti gli abitatori della Siria ella fece una legge, di adorar lei per iddia, e non curarsi degli altri dii, e neppur di Giunone: e quei così fecero. Ma dipoi come le vennero malattie e disgrazie e dolori, le passò quella pazzia, si riconobbe mortale, e comandò un’altra volta ai suoi soggetti di rivolgersi a Giunone. Però ella sta in quell’atteggiamento, additando a chi viene di adorare Giunone, e riconoscendo non sè per iddia, ma quella. Ci vidi ancora i simulacri di Elena, di Ecuba, di Andromaca, di Paride, di Ettore, di Achille: vidi l’immagine di Nireo figliuolo d’Aglaia, e Filomela e Progne ancora donne, e Tereo già uccello, ed un’altra statua di Semiramide, e quella di Combabo che ho detta, e quella di Stratonica molto bella, e quella di Alessandro simigliantissima. Vicino gli era Sardanapalo d’altro aspetto e di altre vesti. Nel cortile van pascendo liberamente grandi buoi, e cavalli, ed aquile, ed orsi, e leoni, e non fanno male agli uomini, ma sono tutti sacri e mansueti.
Usano di avere molti sacerdoti; alcuni scannano le vittime, altri portano le libazioni, quali sono addetti al fuoco, e quali attendono all’ara.
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