Tutti si stimmatizzano, quali su le mani, quali sul collo: epperò tutti gli Assiri portano gli stimmati. Hanno ancora un’altra usanza, che tra i Greci l’hanno i soli Trezenii: e dirò quale è. I Trezenii hanno una legge, che le vergini ed i garzoni non possono altrimente andare a nozze, se prima non si tagliano le chiome in onore d’Ippolito: e così fanno. Or questa stessa usanza è nella città Sagra. I giovani offrono la loro prima barba: ed ai garzonetti lasciano crescere per divozione i capelli dalla nascita, e quando entrano in sagro, tagliano loro quei capelli, e postili in vaselli d’argento, ed anche d’oro, li appendono nel tempio, con una scritta che dice il nome di chi sono. Questo feci anch’io quando ero garzonetto; e nel tempio stanno ancora i miei capelli col mio nome.
LXXII.
ENCOMIO DI DEMOSTENE.
Licino e Tersagora.
Passeggiando io nel portico, nella parte sinistra quando s’entra, il sedici del mese,(116) poco innanzi mezzodì, incontro Tersagora. Forse alcuni di voi lo conoscono: è un piccoletto, naso aquilino, biancastro, fatticcio. Vedendolo avvicinarsi, gli dico: Oh, poeta Tersagora, dove si va, e donde?
Tersagora. Di casa qui, risponde.
Licino. Ed io: forse per passeggiare?
Tersagora. Appunto, ei dice; e ne ho bisogno, chè stanotte mi sono levato prestissimo, ed ho voluto nel natale di Omero offerirgli una poesia.
Licino. Fai bene, io dico, a rimeritare chi ti ha educato e nutrito.
Tersagora. Ed egli: E avendo cominciato a quell’ora, senza avvedermene mi sono trovato mezzogiorno addosso.
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