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      Tersagora. E tu ne vai storiando più di Proteo per isfuggire di ascoltarmi.
      Licino. No, caro mio, questo no. Eccomi pronto ad ascoltarti, messo da banda quel mio pensiero. Forse tu, quando ti sarai alquanto spensierito del tuo parto, potrai pensare un po’ anche ai miei dolori.
      Come dunque a lui piacque, sedutici ad un vicino pilastro, io ascoltavo, ed ei leggeva di molto bei versi. Ma nel meglio, come un invasato, ripiega lo scritto e dice:
      Tersagora. Eccoti il premio dell’ascoltamento, come in Atene si dà quello del parlamento e del giudicamento.(134) Oh, tu me ne ringrazierai....
      Licino. Ti ringrazio anche prima di sapere che cosa è. Ma che è cotesto che tu dici?
      Tersagora. Mi capitarono le Memorie della casa reale di Macedonia, e avendo letto con piacere il libro, non a caso lo comperai. Ora mi sono ricordato che l’ho in casa. Fra le altre cose vi sono scritti alcuni particolari intorno ad Antipatro e intorno a Demostene: e credo che tu avrai piacere a udirli.
      Licino. Ed io per questa buona novella da ora ti ringrazio, ed ascolto il rimanente dei versi: dipoi non ti lascerò prima che non mi avrai adempiuta la promessa. M’hai dato uno splendido banchetto nel natale di Omero, e pare me ne darai un altro in quel di Demostene.
      Poi che dunque egli lesse il resto dello scritto, stati un po’ per dare le meritate lodi alla poesia, andammo a casa di Tersagora; che voltò e rivoltò, e infine trovò il libro, che io presi, ed andai via. Lettolo, mi parve bene di non mutarvi niente, ma con le stesse parole e nomi recitarlo a voi come sta.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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