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      I quali vedendoci, si rallegrarono, e ci si fecero incontro, e dimandavano se noi portavamo qualche trista novella. Era chiaro che essi pregavano il male, e godevano delle cose funeste, come le furie sul teatro, e ammusati fra loro susurravano non so che cosa. Poi mi dimandano:
      Chi se’ tu? donde vieni? in qual paese
      Nascesti? e quali furo i tuoi parenti?
      a quanto pare devi essere uno dei buoni. Ed io: Pochi sono i buoni, a mio vedere, in ogni parte. Mio nome è Crizia, e sono della stessa città vostra. Ed essi come se stessero su le nuvole mi dimandavano: Che fanno nella città, e nel mondo? Risposi: Sono tutti lieti, e saranno lieti anche più. Essi levando le sopracciglia e accennando di no: Non è così; perchè la città sta per partorire con grandi doglie. Allora io secondo il loro umore: Voi che siete sì elevati, e che come da un’altura guardate ogni cosa, voi chiarissimamente scorgeste anche questo. Ma e nell’aere che si fa? Forse s’ecclisserà il sole, essendogli sotto la luna a perpendicolo? Forse Marte è in quadratura con Giove, e Saturno è diametrale al Sole? Se Venere verrà in congiunzione con Mercurio figlieranno ermafroditi, che a voi tanto piacciono?(168) rovesceranno giù piogge impetuose? copriranno la terra di neve? manderanno la gragnuola, la golpe, e la peste e la fame? La cassa delle folgori è piena? il serbatoio de’ tuoni rumoreggia? Ma quelli come se tutto fosse già riuscito a posta loro, si deliziavano di quelle loro fanfaluche, e dicevano che le cose si muteranno, che disordini e tumulti saranno nella città, e che gli eserciti saranno vinti dai nemici.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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