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      Eppure chi mai userebbe convenevolmente del discorso, se ragionando di cose di niun conto, tacesse della più bella fra tutte? o come la bellezza dell’eloquenza può spiccare più bella, se non parlando, più che di ogni altra cosa, del fine stesso delle nostre azioni quotidiane?(172) Ma acciocchè non paia che io sappia consigliare di far questo, e non sappia ragionarne, farò il mio potere a discorrerne brevemente. Tutti bramano di avere bellezza, ma pochissimi sono degnati di averla. Quelli che ottengono questo dono sono tenuti i più beati del mondo, e sono meritamente onorati e dagli Dei e dagli uomini. Infatti tra quelli che di eroi diventarono iddii è Ercole figliuolo di Giove, e i Dioscuri, ed Elena: dei quali Ercole dicesi conseguì quest’onore per la fortezza, ed Elena per la bellezza divenne dea, e fu cagione che i Dioscuri, prima che ella salisse al cielo, furono annoverati fra gli Dei sotterranei. Ed ancora tra quanti uomini furono ammessi ad usar con gli Dei non trovi se non quelli che ebbero bellezza, Pelope per questo fu messo a parte dell’ambrosia degli Dei, e Ganimede figliuolo di Dardano è fama che tanto potè sul maggiore di tutti gli Dei, che questi non volle altro compagno al ratto di quel fanciullo, ma credette bene di andarvi egli solo, calarsi sul Gargaro dell’Ida, e portarsi il suo diletto dove poteva goderselo eternamente. E in tanto pregio egli ebbe sempre le belle persone, che non pure volle condurle in cielo e farle de’ celesti, ma discese egli su la terra, e stava con le persone amate.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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